Roger Waters: a lavoro sul nuovo disco e due concerti in Italia

Lo storico bassista dei Pink Floyd suonerà per Luglio 2013 a Padova e Roma.

di Dario Russo 12 Novembre 2012 0:10

Con i Pink Floyd è diventato uno tra i bassisti più famosi al mondo scrivendo pagine importanti della storia musicale. Nel 1985, Roger Waters abbandonò il gruppo per dedicarsi alla carriera da solista, da quel momento ha portato avanti vari progetti, di cui l’ultimo nel 2005, dove si cimentò nell’opera lirica chiamata Ça ira. Dopo circa sette anni, di cui gli ultimi due passati in tour, ecco l’annuncio dell’uscita del nuovo disco e di un singolo in fase di lavorazione: “ancora non sono sicuro di quale sarà il nome della canzone, ma tratta dell’estremismo religioso. Posso dirvi come inizia – non l’ho ancora detto a nessuno e potrebbe essere troppo presto per uscire allo scoperto – ma la prima riga recita “If I had been God”. (…) Ho creato le basi e il nucleo centrale dal quale partire per poter creare qualcosa di nuovo. Si tratta di una mia ossessione, perché sono proprio ossessionato dal concetto dell’estremismo religioso come fattore maligno nella maggior parte delle nostre vite”.

Il disco potrebbe chiamarsi “Heartland” e si ispira ad una canzone che già scrisse 15 anni addietro per un film, non si conoscono altri particolari ed informazioni più precise sull’uscita ma l’attesa sarà appagata per l’arrivo di un’altra news: Roger Waters continuerà a portare in giro per l’Europa il tour di “The Wall” e soprattutto sono state fissate due date italiane.

Il 26 Luglio il musicista sarà allo stadio Euganeo di Padova, mentre il 28 allo stadio Olimpico di Roma, dichiarando in merito alle nuove tappe di essere particolarmente felice perché: “Sarà un grande divertimento per tutti noi. Ho rimodellato lo spettacolo in modo da poter suonare in grandi stadi all’aperto. E’ davvero bello. Ancora più toccante, coinvolgente, drammatico e avvincente della versione nei palazzetti. Ho dovuto ripensare tutto lo show per portarlo negli stadi. Questo gigantesco show di The Wall negli stadi non avrebbe potuto essere realizzato 40 anni fa. Non avremmo potuto riempire lo spazio in un modo che risultasse emozionalmente, musicalmente e teatricalmente soddisfacente. La tecnologia è cambiata. Adesso possiamo”.

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