Sledgehammer, la canzone di oggi (VIDEO)

Brando dell'ex Genesis Peter Gabriel pubblicato nell'album "So" e arricchito con i fiati dei Memphis Horns.

di Dario Russo 7 Ottobre 2012 23:49

Peter Gabriel è uno di quei musicisti veramente completi: cantante, polistrumentista, compositore e produttore discografico. Un personaggio sempre molto attento ai dettagli, soprattutto nei live, già da quando cantava con i Genesis dove curava in maniera scrupolosa gli abiti di scena, non disdegnando di pitturarsi il viso e di rendere un concerto un vero e proprio spettacolo nello spettacolo, con delle interpretazioni sonore a cui dava anche un fascino teatrale.

La stessa passione e meticolosità l’ha avuta anche con i propri lavori da solista. Tra i tanti pezzi realizzati, quello di maggior successo è sicuramente Sledgehammer, inserito nell’album “So”, il suo quinto disco studio e il primo album ad avere un nome. Spiccano nelle registrazioni nomi come il bassista Tony Levin (ex King Crimson) e Manu Katchè, anche se tutti quelli che hanno collaborato sono professionisti di altissimo livello.

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La canzone balzò subito in vetta alle classifiche, riscontrando un gran successo soprattutto negli Stati Uniti (oltre che in tutta Europa), superando il singolo Invisible Touch dei Genesis, sua ex band oramai composta dai soli Phil Collins, Tony Banks e Mike Rutherford.

Un piccola grande soddisfazione per Gabriel che era uscito dal gruppo non senza polemiche con i suoi ex compagni.

Decisamente Sledgehammer è un pezzo che merita, arricchita soprattutto dalla presenza dei fiati dei Memphis Horns, forse anche in contrapposizione a Collins che nel suo lavoro da solista, con il disco No Jacket Required, si era avvalso degli Earth Wind and Fire (per dovere di cronaca, si ricorda che nel disco c’era il brano Take me home, dove ai cori canta proprio Gabriel con Sting)

Un brano che ha avuto anche molto clamore per via di un testo non proprio casto, dato che ci sono parecchie allusioni sessuali come: “Voglio essere il tuo martello”, senza dimenticare metafore e simbologie varie, più diverse citazioni su treni, autoscontri e ottovolanti. Se a tutto questo ci aggiungiamo il grandissimo impatto che la canzone ha quando viene eseguita live, capiamo perché è diventata un classico senza tempo.

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