London calling, la canzone di oggi (VIDEO)
In queste giornate olimpiche torna di moda la riscoperta dei brani anglosassoni che hanno fatto grande l’UK. Su tutti, non si può non annoverare London Calling dei Clash. Lo storico gruppo punk, diede una svolta decisiva alla propria carriera, con la pubblicazione di questo singolo e dell’omonimo disco. L’album fu registrato tra l’aprile e l’agosto del 1979 e pubblicato il 7 dicembre dello stesso anno. LP conteneva diciannove brani e venne realizzato con un doppio vinile. In quell’anno, da poco c’era stata la vittoria elettorale dei conservatori con Margaret Thatcher e la band inglese con questo lavoro comunicò al mondo un grido di denuncia sui problemi di e di tutta l’Inghilterra, devastata dai conflitti razziali, disoccupazione e droga.
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La copertina – a cura di Pennie Smith – si ispira al primo 33 giri di Elvis Presley del 1956 e ritrae il bassista dei Clash Paul Simonon che spacca il proprio strumento sul palco del Palladium di New York. Invece, il singolo aveva come copertina due ragazzi che ascoltano “Nevermind the bollocks” dei Sex Pistols, il leggendario “Highway 61 Revisited” di Bob Dylan e lo storico “Please please me” dei Beatles.
London Calling raggiunse la nona posizione nelle classifiche UK, dove divenne disco d’argento e disco d’oro; in seguito sarà considerato uno degli album simbolo per tutto il movimento musicale anglosassone. Il lavoro fu il quarto LP studio prodotto da Joe Summer e compagni,vendendo oltre due milioni di copie in tutto il mondo, arrivando ad essere negli Stati Uniti disco di platino e disco d’oro.
Osannato dalla critica, London Calling fu inserito nell’elenco dei 500 migliori album secondo Rolling Stone posizionandosi all’ottava posizione e valutato dal magazine come il migliore album degli anni ottanta (anche se uscì nel 1979). Sempre per la celebre rivista, il singolo si trova alla quindicesima posizione della lista delle 500 migliori canzoni di sempre.
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