Smoke on the water, la canzone di oggi (VIDEO)

Un grande successo dei Deep Purple e brano simbolo del rock anni '70

di Dario Russo 7 Agosto 2012 15:02

Alzi la mano chi almeno una volta non ha sentito l’ineguagliabile riff di chitarra di Smoke on the water. Qualcuno trovi una band che in sala prove non abbia mai provato questo storico brano. Per i chitarristi in erba, l’incredibile e inconfondibile riff di Ritchie Blackmore  è praticamente una tappa obbligatoria per avvicinarsi allo strumento e per masticare un po’ di vero rock. Era il 4 Dicembre del 1971 e i Deep Purple si trovavano in Svizzera mentre stavano lavorando all’album “Machine Head”; quella sera al casinò di Mountreux si teneva un concerto di Frank Zappa e a causa di un petardo lanciato da uno spettatore, divampò un incendio. Il fumo raggiunse il lago e la band inglese, dal loro albergo, non vide altro che “Smoke on the water”.

[flv]http://www.youtube.com/watch?v=s1sAkZF7SCQ[/flv]

La canzone fu un successo clamoroso (inaspettato per i Deep Puple) e venne inserita nel sesto album della band: “Machine head” del 1972 (pubblicato con la Purple Records). Il disco entrò di diritto nella storia del rock e la formazione composta da Ian Gillan (voce e armonica), Ritchie Blackmore (chitarra), John Lord (tastiere), Roger Glover e Ian Paice (batteria), divenne una delle band più influenti nel panorama musicale anche per le generazioni successive.

L’album aveva anche brani come Highway Star e Lazy, ma per tutti sarà sempre LP del “fumo sull’acqua”. I Deep Purple grazie a questa hit senza tempo consacrarono definitivamente il loro successo che però resterà ineguagliabile sopratutto con un altro album storico: “Made in Japan”, pubblicato sempre nel 1972; da tutti considerato uno dei live migliori della musica rock, questo LP viene considerato un vero e proprio gioiello sia per la bravura dimostrata da tutti i musicisti, sia per la qualità della registrazione, considerata all’avanguardia visto gli anni in cui venne realizzata. 76 minuti e 26 secondi di puro rock, sconsigliato ai deboli di cuore. Sentire per credere.

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