Muore Ravi Shankar, guru di George Harrison e padre di Norah Jones

L'artista indiano e maestro di sitar è deceduto a causa di una crisi cardio-respiratoria.

di Dario Russo 12 Dicembre 2012 20:15

Muore il musicista indiano Ravi Shankar, maestro del sitar, guru del Beatles George Harrison, famoso per aver partecipato ad importantissime manifestazioni musicali del tempo come Woodstock (nel 1969) e per aver avuto come figlia la famosissima Norah Jones. L’artista è morto per una crisi cardio-respiratoria causata da gravi problemi di salute di cui soffriva da circa un anno.

La notizia è arrivata con un comunicato rilasciato dalla famiglia del musicista: “è con grande dolore che vi informiamo che Pandit Ravi Shankar, marito, padre e anima musicale, è scomparso oggi. Come tutti sapete, la sua salute negli ultimi anni è stata molto cagionevole: martedì si è sottoposto ad un intervento che avrebbe potuto dargli una maggiore speranza di vita. Sfortunatamente, nonostante l’operazione sia tecnicamente riuscita e i medici abbiano osservato tutte le precauzioni del caso, il suo corpo non è stato in grado di sopportare la procedura. Quando è morto, eravamo al suo fianco. Vi ringraziamo per le preghiere e per i pensieri in questo momento così difficile. Nonostante la tristezza, è tempo per tutti noi di ringraziare Ravi e di rendergli omaggio per essere stato parte delle nostre vite. Il suo spirito e la sua eredità continueranno a vivere nei nostri cuori e nella sua musica”.

Nel mondo musicale Shankar è diventato celebre anche per aver scritto musica per film come “Gandhi” di Richard Attenborough, oltre al fatto che ha collaborato con grandi nomi del panorama internazionale come Philip Glass.

Segni di condoglianza da parte di tutto il mondo artistico; George Martin, il leggendario produttore discografico dei Beatles, ha detto “Scommetto che George è felice di rivederlo. Sono molto triste notizia della morte di Ravi Shankar”, mentre il compositore AR Rahman ha rilasciato: “la musica classica indiana ha perso il suo ambasciatore. Che Dio benedica la sua anima“. Sempre su questa linea aggiunge Kartik Seshadri (docente di musica all’Università della California): “è una delle più grandi perdite per il mondo della musica, non c’è più niente da dire.

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