Per un revival anni ’80 che si rispetti ci dovrà essere obbligatoriamente questo brano degli Eurythmics.  Sweet dreams è una di quelle canzoni che in una qualsiasi discoteca, anche a distanza di anni, viene sempre ballata; insomma, è uno di quei brani che quando lo si ascolta in radio, si alza il volume, lo si canticchia un po’ e si incomincia a partire con la mente. Un pezzo evocativo e ritmato, non a caso usato spesso per stop pubblicitari (soprattutto di auto).

Uscita il 5 maggio del 1983, nell’omonimo album, fece scoprire a tutto il mondo la straordinaria voce di Annie Lennox e le capacità musicali di David A. Stewart. È stato uno dei brani in vetta alle classifiche inglesi e statunitensi rientrando tra le 500 miglior canzoni di sempre secondo la rivista Rolling Stone.

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Per promuovere il singolo fu anche realizzato un video che MTV accettò di trasmette solo dopo essersi accertata che Annie Lennox non fosse un travestito. Il famosissimo riff al sintetizzatore nacque in un modo casuale (come gran parte delle canzoni di grande successo). Dave Stewart mandava di continuo avanti e indietro una registrazione di una traccia di basso e ascoltando notò uno stano effetto, simile ad una sequenza di accordi; fu così che la registrò mentre questa andava al contrario e successivamente la rifece al sintetizzatore. Dall’altra parte Annie Lennox, entusiasta per il brano che stava per nascere disse: “Sweet dreams are made of this” (I dolci sogni/sogni d’oro sono fatti di queste cose), riferendosi alla bellezza della canzone che stava prendendo forma. A questo punto Dave Stewart incoraggiò la Lennox a continuare a pensare alle parole e fu così che nacque sweet dreams.

Il brano vanta varie cover, di cui una anche da parte di Marilyn Manson del 1995. Sia la versione originale degli Eurythmics che quella rock di Manson furono poi usate come colonna sonora per il film TV Sweet Dreams, andato in onda negli USA.