Elezioni USA: tra Obama e Romney, chi voteranno le star della musica?

Tra i vari artisti impegnati, per i democratici Bruce Springsteen e Jon Bon Jovi, per i repubblicani Gene Simmons (Kiss) e Johnny Van Zant (Lynyrd Skynyrd).

di Dario Russo 5 Novembre 2012 16:03

Manca veramente poco alla sfida per la Casa Bianca tra il presidente uscente Barack Obama e lo sfidante repubblicano Mitt Romney. I sondaggi sulla possibile vittoria dell’uno o dell’altro si aggiornano di ora in ora, ma se dovesse votare il mondo della musica, chi vincerebbe la sfida alla presidenza degli Stati Uniti d’America? Anche in questo caso la musica si mescola con la politica e il supporto di alcuni grandi nomi potrebbe essere l’arma in più di un candidato.

A quanto pare, Obama sarebbe in netto vantaggio, almeno secondo le dichiarazioni ufficiali che i vari artisti hanno rilasciato nelle ultime settimane.

Ecco qui un elenco delle intenzioni di voto.

Obama:

1. Jon Bon Jovi
2. Bruce Springsteen
3. Dave Grohl (Ex Nirvana e attuale leader dei Foo Fighters)
4. Stevie Wonder
5. Adam Levine (Maroon 5)
6. Madonna
7. James Taylor
8. Gwen Stefani
9. Mariah Carey
10. John Legend
11. Lady Gaga
12. Beyonce
13. will.i.am (The Balck Eyed Peas)
14. Katy Perry
15. Jay-Z
16. Fiona Apple
17. Questlove (Batterista dei The Roots)
18. Crosby, Still & Nash
19. Pete Wentz (ex bassista dei Fall Out Boy)
20. Jason Mraz

Romney:

1. Gene Simmons (bassista e cantante dei Kiss)
2. Johnny Van Zant (cantante dei Lynyrd Skynyrd)
3. Lee Greenwood
4. Kid Rock
5. Ted Nugent
6. John Rich
7. The Oak Ridge Boys
8. Trace Adkins
9. Hank Williams Jr.
10. Randy Newman

Insomma, la vittoria di Obama sarebbe schiacciante e oltre a questi nomi se ne potrebbero aggiungere anche degli altri come BB King, Jeff Beck e Mick Jagger dei Rolling Stones.

[flv]http://www.youtube.com/watch?v=Bhpyjk4zjeE[/flv]

Questi tre fantastici musicisti hanno suonato a Febbraio proprio alla Casa Bianca, per il piacere del presidente e di tutte quelle persone che hanno potuto godere del sound di questi musicisti che hanno dato il meglio con un classico come Sweet Home Chicago.

A prescindere dal risultato finale, la speranza di tutti e che veramente negli USA – come nel resto del mondo – cambi qualcosa, ma sembrerebbe che anche nel paese a stelle e strisce l’astensionismo possa raggiungere cifre alte, forse perché pureda queste parti “cambiano i suonatori ma la musica è sempre la stessa“.

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